lunedì 21 giugno 2010

appunti lezione 7, 28/5/2010


La comunicazione politica

La comunicazione politica ha come obiettivo finale la ricerca del consenso. Quando il ricevente è soddisfatto, per semplificare al massimo, delega l'emittente a rappresentarlo - come nel mandato elettorale.
Spesso si pone come spartiacque tra la comunicazione istituzionale e quella di prodotto; la comunicazione politica da un lato è difficile perchè ha bisogno di intermediari. Dall'altro lato è molto interessante per chi ha amore per la parola perchè sottende un coinvolgimento, un ragionamento, una logica della parola, un percorso intellettuale molto fine, che non può essere esclusivamente emozionale o basarsi su semplici slogan ad effetto. Bisogna invece saper convincere, saper parlare, essere a conoscenza delle cose, saper stare in mezzo alla gente... Questo è uno dei gruppi di caratteristiche che, non a caso, deve possedere il leader.
Il mondo della politica dipende dal mondo del giornalismo e viceversa.

Quesito: chi è il primo uomo politico straniero che viene in mente per la comunicazione?

Obama. Perchè?

Perchè ha vinto. In comunicazione vincere è più importante che perdere. In realtà Obama è un discreto comunicatore, non parla benissimo, è abbastanza ripetitivo nei suoi modi di fare.
A noi più che Obama in sè interessa il suo metodo di comunicazione. Il più abile comunicatore europeo è stato De Gaulle, bravissimo ad usare la televisione, e si tratta di un militare. Questo non deve stupire: i militari sono bravissimi a fare comunicazione; per esempio la Parata dei Fori Imperiali di qualche mercoledì fa è stata più mediatica che emozionale: per noi le frecce tricolore sono scontate. Bisogna essere leader, innovare, dire qualcosa di meglio.

Quello che conta nella comunicazione politica è avere un'organizzazione, avere cioè tante persone. In America esiste la realtà in questo senso più perfetta, perchè più complessa e al contempo più lineare di tutte le altre. Chi fa parte dell'organizzazione per la comunicazione politica? Consiglieri, comunicatori, attivisti, analisti, tecnici informatici, spie... Per arrivare alla vittoria queste persone cooperano per sconfiggere l'avversario. Per sconfiggere l'avversario è necessaria la conoscenza della storia, che molto spesso è anche grande fonte di ispirazioni. Bisogna poi sempre considerare il limite tra lecito/illecito: negli Stati Uniti puoi essere feroce, cattivissimo, malvagio ma sempre nei confini della legalità - d'altra parte i protestanti non tollerano le bugie. Il bravissimo presidente Clinton ha perso il posto non tanto per aver fatto una mossa disonesta, ma per aver negato di averlo fatto.

Il consenso è difficile da mantenere alto, quasi impossibile. Tant'è vero che il nostro Presidente del Consiglio non fa altro che citare sondaggi non sull'Italia ma sul suo personale gradimento, abitudine che recita quasi come un mantra. Effettivamente, non c'è finzione finchè parla di se stesso.
In Francia circa 20 giorni fa Sarkozy ha personalmente fatto licenziare giornalisti che avevano creato servizi che non gli piacevano; anzichè nasconderlo, poi, se ne è vantato. Questo è uno dei grandi errori del centro sinistra: considerare l'avversario politico - nella comunicazione - come qualcuno che va fuori dalla legge, inganna il cittadino. La strategia di insultare l'avversario fino a metterlo in una sorta di processo continuato è il modo migliore per fomentare il vittimismo e farlo al contrario rimanere vincente.
La comunicazione del centro destra funziona meglio perchè ha un mandato più identitario, è più positiva, più stratificata, maggiormente codificabile. Tecnicamente usa parole chiave, codici di linguaggio che sono da sempre gli stessi; l'effetto è che alla fine l'ascoltatore si convince. Se l'Italia diventa Forza Italia ha già vinto.
Perchè la Lega vince? perchè parla di federalismo. In realtà, a pensarci bene, quale partito non è federalista? Per Costituzione abbiamo le regioni: è qualcosa che già esiste; ma loro ne hanno fatto una bandiera. I messaggi chiari funzionano perchè nella persona media non c'è tanto spazio per la politica.
Oggi in Italia le opposizioni non funzionano: il Pd ha mille segretari, ognuno con un tipo di comunicazione diversa che fa sentire la mancanza di un leader. Casini sembra muoversi secondo le semplici logiche del "non verrò mai con te, ma se mi dai ... (x), allora...". Di Pietro propone 15 referendum - magari nobilissimi - in dieci mesi.
Con questa scarsa credibilità la diminuzione delle affluenze al voto si fa precipitante, verticale. Ecco perchè la gente si rifugia in cose concrete come le liste civiche: conoscere la faccia di colui che vota (che magari non potrà fare di più per la mia comunità di sistemare il tombino) rassicura. Va avanti chi lo fa con crudezza. La situazione italiana è di facilissima lettura: mancano tutte le figure della comunicazione per far sì che questo tipo di comunicazioni aberranti funzionino.
Mestieri legati a ciò sono quello del portavoce e dello spin doctor. Il primo ha il compito di portare il messaggio del leader in modo referenziale, è un elemento di filtro che non necessariamente ha il 100% della responsabilità di quanto enuncia - è sempre possibile codificare male un messaggio. Il secondo, il consigliere strategico, ha la mansione di osservare il panorama e capire come comportarsi nelle successive mosse. Per questo compito è importante studiare in continuazione ed essere in grado di sapersi calare nel vestito degli altri.

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