lunedì 14 giugno 2010

appunti lezione 6, del 21/5/2010

Oggi si parla di comunicazione. Occuparsi di "informazione" non equivale ad "essere giornalista". E' difficile accedere perchè la professione sta cambiando rapidamente, come le tecnologie che la supportano. Le tecnologie cambiano il giornalista.
Fare i comunicatori può essere oggi lo sbocco lavorativo più efficace che non la professione gironalistica tradizionale. Oggi un giornalista professionista dice che il suo mestiere è diverso dalla comunicazione istituzionale, dalla creazione di agenzie stampa, da scrivere il discorso di una persona importante (...). In realtà non sono però così diversi. Bisogna sempre mettere davanti la professionalità per compensare la corsa delle teconologie. La prima obiezione del giornalista tradizionale è che mentre il comunicatore/l'uomo che fa informazione fa sempre qualcosa per un committente, il giornalista puro porta avanti l'idea che debba rispondere solo al lettore - come in una sorta di giuramento di Ippocrate. Nella realtà dei fatti al gruppo editoriale bisogna sempre rispondere.

La vera differenza tra un tipo di mestiere e gli altri sta tra informare e comunicare. L'"informazione" è quella generale offerta di contenuti che non sono di particolare interesse per chi li produce; la "comunicazione" prevede invece un interesse diretto di chi li produce. In sostanza fare i comunicatori significa avere una committenza attraverso cui cercare di raggiungere un risultato. Per esempio, comunicare il bilancio di una società che non ha chiuso in utile mettendo giù il discorso in modo che esalti le parti positive della situazione.
L'obiettivo è il medesimo: arrivare con un messaggio.
Oggi nell'editoria in Italia lavoreranno 25 persone; per questo bisogna puntare a lavorare in settori simili ma diversi: marketing, comunicazione, organizzazione di eventi...

La comunicazione istituzionale
Riguarda l'identità di una realtà. E' tutto ciò che identifica l'immagine o l'attività per il suo consenso: per esempio il valore sociale - come quello delle pubblicità progresso - è legato alla trasparenza e alla qualità percepita. Va confrontata con la comunicazione di prodotto, che non sempre è esclusivamente privata: anche le realtà politiche hanno un ritorno - magari non in denaro ma in consenso. Per questo spesso si confondono, mancando la percezione dei due livelli, per opportunismo, mancanza di regole e confusione del sistema.

La comunicazione pubblica
Nel caso della comunicazione pubblica la situazione - paradossalmente - si complica; lo scopo sarebbe solo quello di rimanere fedeli ai valori, fornire un servizio senza ottenere un guadagno dalla parte dell'emittente. In questo settore, pur esistendo forme di controllo e verifica, il confronto è possibile ma non sempre è svolto a dovere. Molto spesso, per esempio, la comunicazione politica - volta al raggiungimento di un consenso, quindi ad una forma di guadagno - viene fatta passare per istituzionale.
Nel Web esistono buone regole sia per la navigazione che per la creazione di un sito; tra queste la mappa è fondamentale. Nei siti di comunicazione pubblica spesso si presenta come orizziontale perchè vuole portare dappertutto il navigatore. Alla base dei siti di questo tipo c'è la necessità di trasparenza e l'obbligo di essere interattivi. Quelle dei siti stranieri spesso sono più semplici. La struttura del sito del nostro Governo è abbastanza barocca. Nel nostro paese Fini è stato uno dei primi ad aprire un canale istituzionale su Youtube, che all'inizio è stato accolto con grande enfasi, poi è stato lasciato un po'a sè. Adesso di istituzionale c'è veramente poco: è fatto male, il numero di visualizzazioni è imbarazzante, il lancio di questo canale è equivalso al lancio dello stesso dalla finestra.
Il sito della Camera è uno di quelli fatti meglio. Diamo uno sguardo a quello di altri paesi europei.

Spagnolo: non è troppo bello ma la mappa è logica. Salta i fronzoli e dà le notizie, è come un giornale. E' molto coraggioso: il messaggio è che il governo non ha bisogno dei media poichè è già in grado di fornire le informazioni da sè oltre a garantire la possibilità di interattività. (Che differenza c'è tra fare il giornalista o laovrare per il sito del governo spagnolo? Nessuna; cambia solo la committenza.)

Francese: immaginifico, ricco di foto di Sarkozy: il messaggio di questo tipo di comunicazione è invece "io non ti do informazioni, ma emozioni". E' un sito difficile, che va molto visto - nel senso che ci sono tante belle immagini e poco testo. Anche in questo caso lo scrolling è identico a quello di un giornale. Oltre a porsi come un mondo di emozioni, è anche un luogo di interazione diretta con il cittadino.

Inglese: il sito dedica una parte anche ai bambini, è molto improntato su un desiderio educativo. Piu' che un sito pubblico anche questo ricorda più un sito di notizie online.

Italiano: è molto fisso, chiuso, ci sono tutti i materiali ma non dà la sicurezza del rapporto diretto. Dal punto di vista teorico è perfetto: è istituzionale, freddo ma non c'è possibilità di interazione.

Americano:
è vergognoso nei confronti di tutti gli altri per la quantità di informazioni, di interazione, di idee multimediali, dà l'idea giusta del potere media-cittadino. Alla Casa Bianca ci sono numerosissimi blog; ci sono regie interne che creano sorte di trailer delle attività, che poi le televisioni rubano. Siamo oltre: in 6 minuti c'è tutta la settimana. Non è possibile fare paragoni.

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