lunedì 21 giugno 2010

Mestieri immaginari


Grazie a questo corso mi sono resa conto di quanto i limiti della professione giornalistica siano oggi fluidi e di facile ibridazione. Ci vuole, come in tutte le cose, un po' di creatività, fantasia e immaginazione.
C'è un oltre, esiste qualcosa che vada al di là del mito romantico del giornalista che si consuma le scarpe con la matita dietro l'orecchio, il lavoro dei sogni con il quale però oggi è difficile mantenersi.
Quello che mi interesserà fare, un giorno, se mai avrò la possibilità di scegliere il lavoro con il quale mantenermi, è scrivere. Mi piace, non mi affatica, mi emoziona, fa volare il mio tempo, sento che mi fa crescere perchè mi convinco che mi aiuti anche a parlare, mi dà soddisfazione.
Per fortuna, visto il mercato, non c'è solo la redazione classica del giornale quotidiano in cui poter trasformare questa passione in mezzo di sostentamento.
Grazie a questo corso ho scoperto altre strade per scrivere, "mestieri immaginari" prima assolutamente ignoti: se mi avessero chiesto tempo fa "ti piacerebbe lavorare nell'ambito della comunicazione istituzionale?" probabilmente avrei storto il naso. Oggi so che non è così.
Elencherò di seguito la lista di quei "mestieri immaginari", che fino a un mese fa erano per me ambiti totalmente occulti, che oggi invece mi incuriosiscono. Sono stati tutti sfiorati nel corso delle lezioni e, in fondo, non sono poi così lontani, nella pratica, dal giornalismo tradizionale. Semplicemente si chiamano in un altro modo e sono leggermente diversi:
- portavoce
- consigliere strategico
- scrivere per il sito del Governo
- fare parte dell'organizzazione della comunicazione politica
- scrivere i comunicati di una società
- lavorare all'interno di telegiornali di tv in-house
- creare reti Intranet
- comunicazione istituzionale
- scrivere comunicati delle agenzie stampa
- scrivere i discorsi di personalità importanti

1 commento:

  1. Condivido perfettamente e mi sento di aggiungere che questo spinge a riflettere su quanto sia necessario, prima di cercare la soluzione di un problema -in questo caso trovare un lavoro- di definirne il contorno -in questo caso avere un quadro completo della raggiera di impieghi da noi potenzialmente esercitabili. Per la modesta quantità di esperienze lavorative che ho affrontato in prima persona e per l'idea che mi sono fatto del quadro generale del mercato del lavoro, di professioni stimolanti e divertenti ce ne sono tantissime; purtroppo una parte di esse -e soprattutto nel nostro paese- sono assegnate d'ufficio, sulla base di conoscenze e favoritismi, mentre un'altra parte rimane nell'ombra perchè non nota ai più.
    E' qui che entra in gioco il carattere di ognuno di noi nel ritagliarsi, quanto più possiible, la professione dei sogni e non accontentarsi della prima soluzione offerta perchè appare la più comoda.

    .D

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