tag:blogger.com,1999:blog-32970912216046372042024-03-13T12:54:41.316-07:00il blog di Elisa Boschielisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.comBlogger24125tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-41602892517405496952010-06-30T05:32:00.001-07:002010-07-01T01:45:51.708-07:00Interattività e 30 e lode<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh00uHAFtkdPSIkVTDvA_VnhMYzHYwvUk4RXC6MeUGYsmbGh_Pp8FX_nF4bvWYMH6OmHgN8malwQEV4eFMa84FSbNbzHTLan_Ht0rjpQQpfT-ySWrEKXI06cfu3shWUWOvfym5uVE-Z3zc/s1600/site_logo.gif"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 91px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh00uHAFtkdPSIkVTDvA_VnhMYzHYwvUk4RXC6MeUGYsmbGh_Pp8FX_nF4bvWYMH6OmHgN8malwQEV4eFMa84FSbNbzHTLan_Ht0rjpQQpfT-ySWrEKXI06cfu3shWUWOvfym5uVE-Z3zc/s400/site_logo.gif" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5488855753667886898" /></a><br />Dopo la lezione su Intranet non ho potuto fare a meno di pensare al <span style="font-weight:bold;">forum della mia triennale,</span> un'idea di per sè incredibilmente semplice che, però è da copiare. <br />Non è certo una rete Intranet, ma possiede la caratteristica fondamentale che a questa manca: l'interattività, lo scambio di informazioni tra un gruppo di persone di uno stesso settore. Compagni di corso.<br />Sono da sempre una studentessa pendolare: anche quando studiavo Scienze della comunicazione a Bologna ho frequentato davvero poche lezioni perchè qualche genio del male le aveva programmate in modo che io ne avessi tutti i giorni, con spazi vuoti tra l'una e l'altra anche di 4/6 ore. Le fasi della mia frequentazione alle lezioni sono state cronologicamente: frequento tutto -> sono sempre a Bologna -> non ho tempo per studiare -> frequento solo l'indispensabile -> agli esami vado peggio perchè non ho ascoltato le lezioni. <br />Come uscire da questo circolo vizioso? <br />Un gruppo di anime pie in corso con me ha aperto un forum: registratevi, per curiosità e per vedere quanto questa macchina sia efficiente. Quando il mio amico - un moderatore - mi ha consigliato di farci un giro io gli ho risposto che odiavo i forum. In realtà era solo uno strumento che non conoscevo. Così deve aver pensato tanta gente, come me, perchè non è partito subito con grandi affluenze di visite.<br />Nel momento in cui si è sparsa la voce che su questo forum erano disponibili le domande degli appelli precedenti, i riassunti dei libri, gli appunti delle lezioni, invece, l'idea di visitare il forum è venuta a tutti. <br />Il concetto è molto semplice: condividere informazioni. Se sei geloso dei tuoi sudati riassunti, nessuno ti costringe a metterli in rete a disposizione dei tuoi colleghi; probabilmente, però, quando prenderai il primo trenta e lode grazie alle "dritte" ricevute dal forum, verrà voglia anche a te di collaborare e fare la tua parte. <br />Tra l'altro non c'è nulla di illegale: è la versione scritta di tutte le conversazioni che gli studenti, da che mondo è mondo, hanno al bar o nella pausa delle lezioni. <br />Perchè non lo facciamo anche noi? <br />Qualcuno avrebbe voglia di aiutarmi? <br /><a href="http://www.sdcbologna.com/forum/"></a>http://www.sdcbologna.com/forum/elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-66023473665283514172010-06-30T05:29:00.000-07:002010-06-30T05:30:46.552-07:00<span style="font-weight:bold;">STUDIARE E' BELLO<br />LE POZZANGHERE SONO IL SEGRETO DELLA VITA.</span><br />(dal muro del More)elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-63708919390304441732010-06-28T06:54:00.000-07:002010-06-28T07:06:49.532-07:00Vacanze portoghesi<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFLbbT3Kyl9h_26ZfYsrwTrg77MMrk6q2UhQswPGvU_BHdEXSquNhXjo77qJWZjDs7YGQjnkOy1v_KQ5g6az4OOFU1b8aFlRbBtjHq8TZDZJkIcxt18MpkLj4mm63E8MVDmMCOsFox5N8/s1600/portogallo.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 267px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiFLbbT3Kyl9h_26ZfYsrwTrg77MMrk6q2UhQswPGvU_BHdEXSquNhXjo77qJWZjDs7YGQjnkOy1v_KQ5g6az4OOFU1b8aFlRbBtjHq8TZDZJkIcxt18MpkLj4mm63E8MVDmMCOsFox5N8/s400/portogallo.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5487822828790833938" /></a><br />Sono a casa, sono le due del pomeriggio, fuori ci saranno almeno almeno 35 gradi. La ventola del computer mi spara sulle gambe un'aria bollente che, a dire la verità, fa anche un po'odore di bruciato. E'quasi luglio e tra: lo studio, le ripetizioni al bimbetto, la Gazzetta e fare da badante alla mia amica del post "Il turismo della disgrazia", non ho ancora programmato le ferie. <br /><span style="font-weight:bold;"><br />Io ho bisogno di mare!<br /></span><br />Quest'anno si pensava di andare in Portogallo con i nostri amici, ma non ho ancora avuto tempo di guardare posti belli, appartamenti, voli, ...<br />In compenso, dopo aver digitato su Google immagini "Portogallo", ho trovato questa foto e mi sono dovuta soffermare in contemplazione. Sono assolutamente certa che io adesso dovrei essere lì. Ma invece devo studiare e quindi ciao ricerche avanzate per raggiungere l'acqua azzurra.<br />Qualcuno di voi c'è già stato? ...Qualche dritta?elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-67856387434789107932010-06-28T06:36:00.000-07:002010-06-28T06:53:03.718-07:00Dis.amb.ig.uando<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbJV7vv_1CX_pP-IDhjAurUSWWwl_FhrtjXSXfUEzpQPjskHYQ4ocejP-e_-c_JEflUG_9J2FAfMEV0qlwp1l2dC9a19qe8f6H0CXULs520lAYNLVKw9qWFoz0DijG1_ytCQXuOlLJ08w/s1600/eizo-1.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 299px; height: 187px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbJV7vv_1CX_pP-IDhjAurUSWWwl_FhrtjXSXfUEzpQPjskHYQ4ocejP-e_-c_JEflUG_9J2FAfMEV0qlwp1l2dC9a19qe8f6H0CXULs520lAYNLVKw9qWFoz0DijG1_ytCQXuOlLJ08w/s320/eizo-1.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5487821586523793682" /></a><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbCrNwOT21DqYeHrHRAIkHXsWKZLp9I7H5mJ6MabKAyWMQ9fQHCiK7M7Je0k_EJmf8dZpy_ot8uWvXGF6u6fyX2r9z9EnGjbGhBvaCjUkV4sXAnYG6SgKstHzLxhYNhDFR4LqYlmD80ec/s1600/eizo-2.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 299px; height: 186px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbCrNwOT21DqYeHrHRAIkHXsWKZLp9I7H5mJ6MabKAyWMQ9fQHCiK7M7Je0k_EJmf8dZpy_ot8uWvXGF6u6fyX2r9z9EnGjbGhBvaCjUkV4sXAnYG6SgKstHzLxhYNhDFR4LqYlmD80ec/s320/eizo-2.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5487821584536873058" /></a><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZJ7w_jdW0B2ZM_V7k24seLCTWTz0XXgvl1RQkUQvZvkoBtZzFyPv_qRb8EJ0JrTEWNDLlIu5GOBk9HVhtDAXiORlKTIMukp_KbfRRQpxK9wp9GR6dEoBSVUMuizkAIeWq3l8CEirGgGM/s1600/eizo-5.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 299px; height: 186px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZJ7w_jdW0B2ZM_V7k24seLCTWTz0XXgvl1RQkUQvZvkoBtZzFyPv_qRb8EJ0JrTEWNDLlIu5GOBk9HVhtDAXiORlKTIMukp_KbfRRQpxK9wp9GR6dEoBSVUMuizkAIeWq3l8CEirGgGM/s320/eizo-5.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5487821578522107570" /></a>Vorrei far visitare ai miei colleghi il blog di una mia professoressa del triennio, Giovanna Cosenza, di cui ho seguito il corso di Semiotica dei nuovi media. <br />I contenuti del blog sono quasi sempre inerenti la comunicazione.<br />Nell'ultimo post, per esempio, si parla di bellezze ai raggi X: <br /><br /><span style="font-style:italic;">"l’azienda tedesca Eizo, che produce monitor e macchinari per radiografie ad alta precisione, ha affidato all’agenzia pubblicitaria Butter la realizzazione di un calendario particolare: dodici modelle, nelle consuete pose sexy tipiche da calendario, fotografate ai raggi X.<br />È da tempo che lo dico: il corpo femminile è stato ormai fotografato e videoripreso in tutti i più infimi dettagli, cosa resta da perlustrare?<br />Che domande: l’interno.Da anni la pubblicità degli yogurt ci ha abituati a immaginare – con schemi e animazioni – ciò che accade nell’intestino femminile.<br /><br />In tempi di body scanner, non siamo ancora all’ecografia pubblicitaria ma alla radiografia sì.<br /><br />Queste sono alcune immagini del calendario</span>"<br /><br />Davvero molto interessante. E poi, lei è simpatica. Anche se mi ha dato solo 24!<br />Ve ne consiglio la lettura, questa è solo un'anteprima. <br />Questo è il link: http://giovannacosenza.wordpress.com/<a href="http://giovannacosenza.wordpress.com/"></a>elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-36133358865429120152010-06-27T06:08:00.000-07:002010-06-27T08:10:59.031-07:00Comunicazione istituazionale: marchi di pasta a confronto<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0AXmIkfVF_Sj7YXqQHOl6qJnvvqphTQiBc9aqAbn03zn-OGNzoKCjaW20rEqlGLj7wbSyCkn-mdUFH_aWmi76CuDUpUZU_TGbrsy6zHMYc6xkKoNxnA0UvgcmCaCF6jol6R9zscztT-0/s1600/pasta.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 272px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0AXmIkfVF_Sj7YXqQHOl6qJnvvqphTQiBc9aqAbn03zn-OGNzoKCjaW20rEqlGLj7wbSyCkn-mdUFH_aWmi76CuDUpUZU_TGbrsy6zHMYc6xkKoNxnA0UvgcmCaCF6jol6R9zscztT-0/s320/pasta.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5487470167701734226" /></a><br />L'identità di alcune realtà a confronto: il campo d'indagine è quello di alcuni marchi di pasta. <br /><br />Tratto dal sito di <span style="font-weight:bold;">Barilla</span>:<br /><br />"<span style="font-style:italic;">Da sempre Barilla è una storia di famiglie,<br />una magica unione tra noi che produciamo e le persone che ci scelgono;<br />una storia fatta di tradizione, impegno e passione,<br />capace di raggiungere il cuore della gente.<br />Una passione tutta italiana per una alimentazione gustosa<br />ed insieme equilibrata, che ogni giorno ci accomuna<br />nel desiderio di tradurre questo spirito in prodotti alimentari unici<br />e sempre al passo con le esigenze delle famiglie.<br />Una passione per il piacere, il benessere e la gioia di mangiar bene che,<br />come dimostra il successo di Barilla nel mondo,<br />contagia ogni giorno milioni di persone.<br /><br />Il piacere italiano del mangiar bene.</span>"<br /><br />I valori profondi di questo discorso sono: mondo degli affetti, qualità, tradizione, successo. Numerosissimi sono i termini legati all'affettività (famiglia, cuore, unione, passione). D'altra parte se pensiamo alle pubblicità storiche Barilla, come quella del gattino bagnato, della bimba cinese adottata, della nascita del fratellino (...), il discorso è sempre fortemente basato sull'affettività; le pubblicità Barilla sono addirittura commoventi. Il piatto di pasta è l'occasione che riunisce la famiglia a tavola, una famiglia che è sempre uguale a se stessa: tradizionale, calda, accogliente, rassicurante, unita. Non c'è alcun dubbio che la principale strategia di questo marchio si leghi alla patemizzazione, anche nel continuo rievocare la tradizione, che richiama i valori semplici e tradizionali di una volta. <br /><br />Barilla è la regina del mercato della pasta (39% in totale). Secondo il convegno della Società italiana di marketing, dopo Barilla leader del settore è De Cecco, con il 10% di quote di mercato. <br />Vediamo allora la comunicazione istituzionale di <span style="font-weight:bold;">De Cecco</span>. <br /><br /><span style="font-style:italic;">"Un secolo di pasta<br />Oltre cent'anni fa , in Abruzzo, aveva origine una storia che, come ogni grande impresa , è fatta di uomini e passioni. E' la storia del Molino e Pastificio dei Fratelli De Cecco, che da 120 anni produce una pasta che è sinonimo di qualità e piacere italiano in tutto il mondo.<br />Le radici di questa storia affondano nelle vicende dell'Italia preunitaria , quando a Fara San Martino, un piccolo borgo ai piedi della Maiella , don Nicola De Cecco produceva nel suo molino in pietra "la miglior farina del contado".<br /></span> (la storia continua con la descrizione dell'evoluzione delle tecniche di padre in figlio)<br /><br />Questa prima parte del discorso è già sufficiente per intuire le isotopie della comunicazione De Cecco. Essa propone in fondo gli stessi valori di Barilla: discorso emozionale, tradizione, qualità, origine familiare. Per veicolare questi valori profondi, le figure che usa si incentrano maggiormente su un discorso storico, legato alla territorialità, all'Italia (in Abruzzo, storia, Italia preunitaria, ...), ma la sensazione complessiva predominante è legata, anche in questo caso, all'emotività (storia fatta di uomini e di passioni).<br />Nel marketing spesso l'identità di un prodotto si basa sull'intertestualità, cioè sulle relazioni con altri prodotti dello stesso segmento. Normalmente la relazione che si instaura è di due tipi: identità o alterità. Come è evidente, in questo caso i valori profondi coincidono, infatti la relazione con la concorrenza è di quasi totale condivisione valoriale. <br /><br />Altra marca del settore è <span style="font-weight:bold;">Voiello</span>, con il 6% di mercato. Il discorso di marca Voiello affonda le sue radici nel territorio napoletano, ed è questa l'isotopia valoriale principale. Tematizzando un rapporto viscerale con la sua terra, Voiello crea un discorso basato sull'alterità rispetto agli altri due leader di mercato, discostandosi dalle analogie rintracciate negli altri due marchi. Nel logo c'è il mare e Pulcinella. Un discorso ricorrente rimane, quello dell'azienda di discendenze familiari: nel sito si racconta che nel 1839 August Vanvittel, nel golfo di Napoli, capisce che quello sarebbe stato il posto ideale per la creazione di un pastificio, progetto poi portato avanti dal nipote Giovanni Voiello. Resta dunque il discorso ricorrente delle dinastie dei mastri pastai, costante veicolo, anche in questo caso di legami con la tradizione. <br />Dal sito Voiello: <br /><span style="font-style:italic;"><br />"Qual'è la Napoli che incarna i valori Voiello?<br />E' la Napoli del piacere, del gusto e della convivialità, dellì'accoglienza e dell'ospitalità"<br /></span>Il centro del discorso è quindi il legame con le radici geografiche, sebbene i core principles non possono che rimanere invariati rispetto agli altri due: ricerca di qualità, centenaria tradizione, genuinità. <br /><br />Resta da analizzare<span style="font-weight:bold;"> Agnesi</span>. con il 4% di mercato, si dice nel sito:<br /><br /><span style="font-style:italic;">"...Un antico molino in pietra nelle campagne dell'entroterra ligure.<br />Un'impavida flotta di brigantini tra i flutti del Mar d'Azov. Un abilissimo e lungimirante imprenditore. Una storia avvincente, avventurosa, e anche un po' poetica. Una storia d'amore per la pasta...."<br /></span><br />Come si presenta Agnesi? Tematizzando l'avventura (velieri, avventure nel mare, briganti, onde) e passionalizzando un discorso romantico (storia poetica, storia d'amore, qualcosa che vale la pena di raccontare). Avanti nel racconto Agnesi spiega come il veliero del logo compaia come simbolo di viaggi in cerca della qualità. A metà Ottocento si credeva infatti che il miglior grano duro del mondo si trovasse nelle terre ucraine e, per assicurarsi le materie prime migliori, si dice che Agnesi mandasse quattro volte l'anno una flotta di velieri armati verso le fertili pianure in questione alla ricerca del taganrog, materia prima pregiatissima. Il discorso è quindi centrato su temi quali coraggio,sfide, burrasche, avventure nei mari, qualcosa cioè di estremamente diverso dai valori statici e rassicuranti messi in scena dagli altri marchi (contadini e famiglie che lavorano da anni sempre la stessa terra, riunione entro le mura domestiche, passioni familiari...) .elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-23678461760623086742010-06-27T05:15:00.000-07:002010-06-27T05:44:28.281-07:00l'oca modenese<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbs9GfGKeKKPFtJHZCJVKvCDledJCjKL3d_mx1GJVrvIzq-ZvJ-JoS1m3FGsNwpnlgqnn3mpRFA0vm3ABNk6WSzqOjHju54Is7UCT2YYB9C2WXaNQhubl2UcuY0M2PuMSoqVk8ayGBUYE/s1600/giab.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 213px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbs9GfGKeKKPFtJHZCJVKvCDledJCjKL3d_mx1GJVrvIzq-ZvJ-JoS1m3FGsNwpnlgqnn3mpRFA0vm3ABNk6WSzqOjHju54Is7UCT2YYB9C2WXaNQhubl2UcuY0M2PuMSoqVk8ayGBUYE/s320/giab.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5487433424218631666" /></a><br />2006: a Modena compare, di fronte all'ingresso del cinema multisala più frequentato della città, una nuova opera di arredo urbano, dell'artista Carlo Cremaschi. <br />Si tratta di una mastodontica scultura metallica rappresentante un'oca - 16 tonnellate di acciaio, sei metri e mezzo di lunghezza, tre metri e mezzo di altezza e altrettanti di larghezza.<br /><span style="font-weight:bold;"><br />Ma perchè un'oca?</span> <br /><br />Questo è il video realizzato dal mio amico Giabba dei Frigokillers, per cercare di spiegare l'arcano. Io ne vado molto fiera, l'avrò guardato cento volte. <br />Ve lo consiglio.<br /><br /><a href="http://it.qoob.tv/video/clip_view.asp?id=1198">http://it.qoob.tv/video/clip_view.asp?id=1198</a>elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-81771506467621556102010-06-25T07:31:00.000-07:002010-06-25T08:10:54.660-07:00"Tutti straparlano di Internet"<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5W2BRXs8rMYEzEnWLf0xuD58ThIJyGHY2aCDBYSESIPkQOGqs42kahCCgkogIAc4FR7sVbHW2N46Fu4Gt8Hl0vefkWT1zjF3yQVoPvblGrA4lmG4w5soPUHYaviI9tAU8oKIzSRQodfc/s1600/merlo.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 267px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5W2BRXs8rMYEzEnWLf0xuD58ThIJyGHY2aCDBYSESIPkQOGqs42kahCCgkogIAc4FR7sVbHW2N46Fu4Gt8Hl0vefkWT1zjF3yQVoPvblGrA4lmG4w5soPUHYaviI9tAU8oKIzSRQodfc/s400/merlo.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5486728802124079474" /></a><br /><span style="font-weight:bold;">Di Francesco Merlo <br />Da Sette, 9 marzo 2000</span><br /><br />Certamente creerà altra ricchezza, e probabilmente procurerà nuova occupazione, di sicuro tante abitudini cambieranno. Ma l'informatica, Internet e la virtualità non diventeranno mai quello che i loro sostenitori immaginano; non sostituiranno, come predicano i profeti del web, l'editoria e la stampa, la lettura e la scrittura, la cui scoperta è eterna come la scoperta dell'anima. Nessun sito e nessun portale, malgrado quel che si sente dire saccentemente in giro, prenderanno mai completamente il posto dell'informazione scritta, dei giornali della carta, dei libri, neppure delle enciclopedie. Purtroppo, ancora una volta, soprattutto in Italia, una bella tecnica innovativa è stata trasformata in ideologia da una schiera di sapienti fanatici del 'www', infatuati dalla rapidità nella comunicazione, convinti che non ci saranno più testi con le loro strutture grammaticali, ma solo messaggi online, dove la scrittura è scrittura destrutturata. Si è trasformata cioè in velocità, perchè ha perso la sua struttura grammaticale e sintattica, così come la materia sdi Einstein si trasformain energia perchè perde la sua struttura atomica e subatomica. In realtà il messaggio rapido è solo una delle tante funzioni della scrittura, una funzione parvenue che mai eliminerà le altre funzioni della scrittura, la quale, nata in Mesopotamia trentacinquemila anni avanti Cristo, prima ancora del linguaggio parlato, non è stata nei secoli usata solo per comunicare ma anche, al contrario, per nadcondere, occultare, opacizzare, custodire segreti da iniziati... E difatti quanto più è difficile e intellegibile risulta la scrittura, tanto più diventa "personale"; degna di rispetto e di fascino, vicina cioè allo statuto impenetrabile dell'individuo. La scrittura è autoreferenziale ed è fatta di grammatica e di sintassi, di metafisica persino, di piacere sensuale, di tattilità, di tradizione, storia, simbolismo, fisiologia, psicologia... E persino di una verità nera, che è ermetismo, lentezza, interpretazione: tutto il contrario del messaggio in rete.<br />L'infatuazione fanatica per Internet, così perniciosamente diffusa, è tipica di un rapporto barbaro e primitivo con il futuro, e vale quanto vale, dall'altra parte, la demonizzazione e il rifiuto di Internet. E' la reazione del selvaggio alla modernità delle palline colorate dei giocattoli di latta, quel selvaggio che fugge terrorizzato o cade in ginocchio inebetito dall'idolatria, perchè nella pallina o vede un dio o vede un demone ma sempre gli sfugge la realtà della pallina. E' sempre capitato così con le tecniche innovative; ed è soprattutto nei Paesi arretrati che le tecniche si trasformano in ideologia con il rischio, serio, che che l'utilità diventi danno e che l'uso si trasformi in abuso. Oensate alla tecnica del restauro, così importante e così utile. Ebbene, se fosse assunta come ideologia diventerebbe orribile e terribile perchè i restauratori, travestiti da urbanisti, ci imporrebbero di vivere in strane città cimiteriali resuscitate. Succede pure con certe tecniche mediche. Quando diventano ideologia, il medico le antepone al malato, e dunque si accanisce terapeuticamente, dimentica e devasta il corpo concreto, che utilizza, sperimenta e strazia "a fin di bene". <br />Anche nel caso del 'www' il problema non è dunque l'informatica in sè, ma l'azzardo, l'oltranza, l'ingenuità primitiva con cui il moderno accetta il futruro informatico. E fa davvero sorridere l'idea, così strombazzata sui giornali, che l'informatica seppellirà la stampa, la scrittura, la lettura del testo che è "tessitura", manualità nel senso della mano che aiuta il pensiero, la mano che impugna uno strumento che può essere un punzone, un calamo, una penna e l'appoggia sulla superficie - di carta, di legno, di cera - e vi avanza premendo o carezzando ma sempre producendo forme regolari ricorrenti e ritmate. E nasce il testo che è struttura aperta, carta che canta, nero su bianco, l'effetto di una fisicità che nessuna virtualità può surrogare. <br />Pensate per esempio alla storiografia e alla ricostruzione informatica e virtuale del passato, alla ricreazione di una giornata del Quattrocento fiorentino, con le strade, le locande, le fattezze umane, i nomi, il parlare, il vestire. E immaginate di fare un viaggio virtuale nel giurassico o di "partecipare" allo sbarco in Normandia...: affascinante, bello, divertente, una specie di Disneyland della cultura. Ma anche in questi casi è dal testo che si parte; è al testo che si ritorna; ed è solo il testo che dà autorevolezza al sito. Altro che abolire e seppellire la stampa! Negli Usa il web non ha sottratto nè copie nè autorevolezza al New York Times. Ed è buffo che in Italia si straparli di www e di new economy, e si giuri che il futuro dell'informazione è tutto e solo lì... Ma intanto, sotto sotto e come sempre, è al Corriere della Sera che si punta, al controllo cioè del più vecchio, più autorevole e più diffuso quotidiano di carta, di inchiostro, di scrittura e di lettura.elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-158337040958242142010-06-25T06:15:00.001-07:002010-06-25T07:29:19.756-07:00il turismo della disgrazia<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhubs9YlkhgTWsKyotSIbG5sh1PUhljeyf5DrOCIQQuPr1MxxXK7IrLKF5PgpMBhXtHpPQFlVyd-3yPuYoUBIqZUB3HnXnJYd3jjIHSM9PhD9jMFRCmgNhgtBp84wv3tlXGVFoCgowzFZo/s1600/ee.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhubs9YlkhgTWsKyotSIbG5sh1PUhljeyf5DrOCIQQuPr1MxxXK7IrLKF5PgpMBhXtHpPQFlVyd-3yPuYoUBIqZUB3HnXnJYd3jjIHSM9PhD9jMFRCmgNhgtBp84wv3tlXGVFoCgowzFZo/s400/ee.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5486718290884809106" /></a><br />La prima volta che nella mia vita ho ragionato sul "turismo della disgrazia" è stato nel lontano 1997. Quando morì la principessa Diana era fine estate, io avevo 10 anni e mi trovavo all'Hotel Stella di Cattolica con mia madre e l'amichetta d'infanzia. <br />Abbiamo saputo dell'accaduto nella sala della colazione, dalla signora del tavolo in fondo a destra; ricordo che mia madre ci rimase malissimo, era sconvolta. E, da parte mia, io ero sconvolta per il fatto che lei fosse sconvolta. Voglio dire: dispiace sempre quando muore qualcuno, ci si rammarica quando scompare un personaggio pubblico o famoso, ma chiaramente tutto ciò non ha niente a che fare con i lutti veri e propri.<br />Poi, poco dopo, la vacanza deve essere finita e noi siamo tornate a casa. In quel periodo, a casa mia, andava di moda scambiarsi con la vicina di casa le riviste settimanali già lette, e lei doveva avere un abbonamento a Chi, perchè per un certo periodo l'ho visto circolare regolarmente. E, quella, è stata la seconda volta in cui, cronologicamente, ho ragionato sul turismo della disgrazia. C'erano, in ogni numero, pagine e pagine dedicate alla principessa Diana, la principessa triste, per almeno un anno. Ricordo che mi aveva incuriosito incredibilmente, "se a questo evento veniva dedicato tanto spazio, significava che era degno di essere letto" mi dicevo. Figuriamoci poi una bambina di 10 anni che legge storie di una principessa su una rivista diversa da Barbie: una perfetta sinergia tra la protagonista delle favole e il vezzo di leggere riviste da grandi. Inizialmente divoravo gli articoli che parlavano di lei, ero molto contenta di arricchirmi di conoscenze sulla sua vita e le sue vicende. Nel primo numero scoprivi la dinamica dell'incidente, e fin lì era ancora tendente alla cronaca. Nel secondo ti veniva raccontata tutta la sua vita, amori, figli, famiglia. Nel terzo scoprivi che aveva avuto problemi col cibo perchè sapeva che Carlo la tradiva con Camilla. Poi veniva descritta la forma dell'anello che Dodi le aveva regalato, la sua taglia, quello che la parrucchiera pensava di lei, le lettere segrete ritrovate. Ad un certo punto mi sono sinceramente stufata. A cosa serviva conoscere tutti i dettagli, anche più privati, della vita di una persona, tra l'altro morta, che neppure si conosceva? C'è qualcosa che va al di là della semplice curiosità.<br />A Parigi, l'ultima volta che ci sono stata, c'erano pullmann che organizzavano gite negli ultimi luoghi in cui sono stati Diana e Dodi prima di morire, comprensivo di tappa nel tunnel dell'Alma. Allo stesso modo, in Italia, l'appartamento di via Poma, lo chalet di Cogne, la casa di Erba, le villette di Garlasco e di Perugia sono meta di un macabro pellegrinaggio.<br />L'idea di questo post mi è venuta perchè questo tipo di feticismo mi ha toccato da vicino. La sera del primo giugno sono andata in un centro sociale con 3 amiche, loro sono andate via dopo di me e hanno fatto un brutto incidente. Per fortuna si sono salvate tutte, quella messa peggio è la mia migliore amica, che si chiama Elisa. E' svenuta, quando si svegliava non sentiva le gambe e aveva la faccia piena di sangue. Terrore. Per fortuna ha perso i sensi per l'impatto - senza conseguenze, il sangue veniva dalla testa - ma sono bastati 15 punti - e le gambe - grazie a Dio - non le sentiva perchè si è "solo" rotta il bacino. Una paura paralizzante ma con un mese a letto si mette tutto a posto.<br />In ospedale prima, e adesso, che è a casa, ha ricevuto ogni giorno tantissime visite, tanto che ho quasi dovuto organizzare il flusso di visitatori con appuntamenti perchè in più di quattro in camera non ci si poteva stare. Questa è una cosa bellissima: l'ha fatta sentire meno sola, specialmente in questi giorni in cui è costretta a casa e si annoia. Parenti, amici di tutti i giorni, amici storici che non vedi da tanto, colleghi, amici di amici, visite di persone che fino al giorno prima nemmeno ti salutavano per la strada... No aspetta, visite di persone che nemmeno ti salutavano per la strada?? Ma come? Quelle che fino a poche ore prima ti infamavano e ce l'avevano con te?... Cosa ci fanno qui? In base a quale criterio? <br /><br />Io sono apertamente contraria al turismo dell'orrore. <br /><br />Lo scrivo qui, come una specie di testamento biologico telematico: dovesse capitarmi qualcosa, non voglio ricevere visite come la tomba di San Geminiano, patrono di Modena, il 31 di gennaio. Se ti stavo simpatica prima, ti sto simpatica anche dopo una disgrazia. Se non ti stavo tanto simpatica prima, sai che ho fatto un brutto incidente, ti dispiacerà per me e penserai che, la prossima volta, farai meglio a stare più attenta quando guidi. Molto semplicemente. <br />Molto meglio pochi ma buoni, pochi ma veri. <br />Che poi, non sono neanche pochi.elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-42720729546465104512010-06-25T05:51:00.001-07:002010-06-25T06:02:41.556-07:00Progressi<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkGdn0OVOBZ_dnfc_g-6ztCwlkAdllEptgDAx-5YJaKYw-6ZgYQEl_CibS76WfGCN_vF7pWkZN8Lk76G7lOSNc2LRLd8q7VTC8-fEF91QzwoFuAgZfNDnPhU8RGLuc5XuJwzOygbW_6RU/s1600/bice+sugu.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkGdn0OVOBZ_dnfc_g-6ztCwlkAdllEptgDAx-5YJaKYw-6ZgYQEl_CibS76WfGCN_vF7pWkZN8Lk76G7lOSNc2LRLd8q7VTC8-fEF91QzwoFuAgZfNDnPhU8RGLuc5XuJwzOygbW_6RU/s400/bice+sugu.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5486694482586357442" /></a>elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-15336852646938675152010-06-21T08:17:00.000-07:002010-06-25T05:50:54.453-07:00Mestieri immaginari<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8rEPdadcgJSgqI8cKTvqsqxF3-rM7LNv52hCrst-1fjEm9vpg5NEoLG7vkUcIXR_3QDwu3MaSoMVnJVe0pEQoCHppuLMQGFXLO4bXnPJW2so3tmhoGCvPEpRbGymBDrCy9ubiLNNMd2I/s1600/stress,_tecnologia.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8rEPdadcgJSgqI8cKTvqsqxF3-rM7LNv52hCrst-1fjEm9vpg5NEoLG7vkUcIXR_3QDwu3MaSoMVnJVe0pEQoCHppuLMQGFXLO4bXnPJW2so3tmhoGCvPEpRbGymBDrCy9ubiLNNMd2I/s400/stress,_tecnologia.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5486692921302077554" /></a><br />Grazie a questo corso mi sono resa conto di quanto i limiti della professione giornalistica siano oggi fluidi e di facile ibridazione. Ci vuole, come in tutte le cose, un po' di creatività, fantasia e immaginazione.<br />C'è un oltre, <span style="font-style:italic;">esiste</span> qualcosa che vada al di là del mito romantico del giornalista che si consuma le scarpe con la matita dietro l'orecchio, il lavoro dei sogni con il quale però oggi è difficile mantenersi. <br />Quello che mi interesserà fare, un giorno, se mai avrò la possibilità di scegliere il lavoro con il quale mantenermi, è scrivere. Mi piace, non mi affatica, mi emoziona, fa volare il mio tempo, sento che mi fa crescere perchè mi convinco che mi aiuti anche a parlare, mi dà soddisfazione.<br />Per fortuna, visto il mercato, non c'è solo la redazione classica del giornale quotidiano in cui poter trasformare questa passione in mezzo di sostentamento. <br />Grazie a questo corso ho scoperto altre strade per scrivere, "mestieri immaginari" prima assolutamente ignoti: se mi avessero chiesto tempo fa "ti piacerebbe lavorare nell'ambito della comunicazione istituzionale?" probabilmente avrei storto il naso. Oggi so che non è così. <br />Elencherò di seguito la lista di quei "mestieri immaginari", che fino a un mese fa erano per me ambiti totalmente occulti, che oggi invece mi incuriosiscono. Sono stati tutti sfiorati nel corso delle lezioni e, in fondo, non sono poi così lontani, nella pratica, dal giornalismo tradizionale. Semplicemente si chiamano in un altro modo e sono leggermente diversi:<br />- portavoce<br />- consigliere strategico<br />- scrivere per il sito del Governo <br />- fare parte dell'organizzazione della comunicazione politica<br />- scrivere i comunicati di una società<br />- lavorare all'interno di telegiornali di tv in-house <br />- creare reti Intranet<br />- comunicazione istituzionale<br />- scrivere comunicati delle agenzie stampa<br />- scrivere i discorsi di personalità importantielisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-26738910541658344192010-06-21T07:32:00.000-07:002010-06-21T08:03:01.607-07:00appunti lezione 8, 4/6/2010<span style="font-weight:bold;">Intranet </span><br />Il potenziale di Intranet è enorme, è la cassetta degli attrezzi ideale per chi lavora all'interno, nel contesto di qualcosa. E' uno strumento indispensabile. Oggi, ovviamente, è un tipo di rete poco sfruttato in Italia, ma il suo potenziale è in grande crescita di credibilità ed utilità. Questo strumento deve essere utilizzato per dare informazioni e riceverne. <br />L'idea stessa di generare contenuti per reti interne è una grande idea di lavoro ed il format è abbastanza replicabile: una volta che l'hai imparato, lo conosci. <br /><br /><span style="font-style:italic;">Soltanto una buona rete Intranet da la possibilità di fare una buona Internet.</span><br /><br />Si pensa spesso che Intranet, essendo poco visibile, sia anche poco studiabile. Non è vero! Spesso le due interfacce sono molto simili, se non identiche. Chiaramente in Intranet la grafica è più brutta, è sempre essenziale anche per la mancanza di investimenti nel settore. Non si fanno corsi, inoltre, per i dipendenti di un'azienda che si trovano ad usare questa rete perchè si pensa che sia di semplice utilizzo - in realtà non è sempre vero: spesso se non conosci le procedure nno riesci ad interagire. <br />Il vero limite di Intranet è la mancanza della diretta, la sua staticità. E' un sistema che hai bisogno di comunicazione ma ne ha poca. A differenza dei siti, mappa e albero di navigazione sono più evidenti: l'interfaccia è più immediata perchè più essenziale. <br />Altra realtà interessante è quella delle tv in house, secondo il principio perc ui più è grande un'azienda, più è difficile - quanto importante - raggiungere tutti. hanno una televisione gestita dall'interno Banca Mediolanum, Telecom, qualche Ministero... Far parte della redazione interna - ad esempio - del tg dell'azienda Eni è comunque giornalismo, ed è certo meglio pagato. <br />Il ruolo di comunicatore interno è interessante anche perchè è funzione rivestita oggi da chi non sa nulla di nuove tecnologie. Sarebbe fondamentale, all'interno di un'azienda, avere una figura competente nel creare una community per lo scambio interno dei documenti, uno strumento che abbia una struttura più simile all'interattività di messenger che non ad una semplice lista di link dalla quale scaricare files da compilare. I vantaggi sono grandissimi per l'azienda, a costi banalissimi; pochi oggi se ne rendono conto.<br /><br />In conclusione al corso, il messaggio ultimo al quale si vuole arrivare è che <br /><span style="font-style:italic;">la tecnologia è strumento di lavoro a tutto tondo.</span>elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-50241521635086421092010-06-21T06:18:00.000-07:002010-06-21T07:29:23.655-07:00appunti lezione 7, 28/5/2010<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiiQ_VCubSKDjI6XT4tRl-wTMfcQ0WOsSE1bxXV4FAECJbGNRLuuZlC2ufm41DCPy6HPHgBIjm8S-WzroxaI4wusMf99QGs3YG64obzkru0D2x9PbUzl2xU6ujPPEi_rxPeQlX342jm20/s1600/menomalechesivlioce.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 263px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiiQ_VCubSKDjI6XT4tRl-wTMfcQ0WOsSE1bxXV4FAECJbGNRLuuZlC2ufm41DCPy6HPHgBIjm8S-WzroxaI4wusMf99QGs3YG64obzkru0D2x9PbUzl2xU6ujPPEi_rxPeQlX342jm20/s400/menomalechesivlioce.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5485233806036050306" /></a><br /><span style="font-weight:bold;">La comunicazione politica</span><br /><br />La comunicazione politica ha come obiettivo finale la ricerca del consenso. Quando il ricevente è soddisfatto, per semplificare al massimo, delega l'emittente a rappresentarlo - come nel mandato elettorale.<br /> Spesso si pone come spartiacque tra la comunicazione istituzionale e quella di prodotto; la comunicazione politica da un lato è difficile perchè ha bisogno di intermediari. Dall'altro lato è molto interessante per chi ha amore per la parola perchè sottende un coinvolgimento, un ragionamento, una logica della parola, un percorso intellettuale molto fine, che non può essere esclusivamente emozionale o basarsi su semplici slogan ad effetto. Bisogna invece saper convincere, saper parlare, essere a conoscenza delle cose, saper stare in mezzo alla gente... Questo è uno dei gruppi di caratteristiche che, non a caso, deve possedere il leader. <br />Il mondo della politica dipende dal mondo del giornalismo e viceversa. <br /> <br />Quesito: chi è il primo uomo politico straniero che viene in mente per la comunicazione?<br /><br />Obama. Perchè?<br /><br />Perchè ha vinto. In comunicazione vincere è più importante che perdere. In realtà Obama è un discreto comunicatore, non parla benissimo, è abbastanza ripetitivo nei suoi modi di fare. <br />A noi più che Obama in sè interessa il suo metodo di comunicazione. Il più abile comunicatore europeo è stato De Gaulle, bravissimo ad usare la televisione, e si tratta di un militare. Questo non deve stupire: i militari sono bravissimi a fare comunicazione; per esempio la Parata dei Fori Imperiali di qualche mercoledì fa è stata più mediatica che emozionale: per noi le frecce tricolore sono scontate. Bisogna essere leader, innovare, dire qualcosa di meglio. <br /><br />Quello che conta nella comunicazione politica è avere un'organizzazione, avere cioè tante persone. In America esiste la realtà in questo senso più perfetta, perchè più complessa e al contempo più lineare di tutte le altre. Chi fa parte dell'organizzazione per la comunicazione politica? Consiglieri, comunicatori, attivisti, analisti, tecnici informatici, spie... Per arrivare alla vittoria queste persone cooperano per sconfiggere l'avversario. Per sconfiggere l'avversario è necessaria la conoscenza della storia, che molto spesso è anche grande fonte di ispirazioni. Bisogna poi sempre considerare il limite tra lecito/illecito: negli Stati Uniti puoi essere feroce, cattivissimo, malvagio ma sempre nei confini della legalità - d'altra parte i protestanti non tollerano le bugie. Il bravissimo presidente Clinton ha perso il posto non tanto per aver fatto una mossa disonesta, ma per aver negato di averlo fatto. <br /><br />Il consenso è difficile da mantenere alto, quasi impossibile. Tant'è vero che il nostro Presidente del Consiglio non fa altro che citare sondaggi non sull'Italia ma sul <span style="font-style:italic;">suo</span> personale gradimento, abitudine che recita quasi come un mantra. Effettivamente, non c'è finzione finchè parla di se stesso. <br />In Francia circa 20 giorni fa Sarkozy ha personalmente fatto licenziare giornalisti che avevano creato servizi che non gli piacevano; anzichè nasconderlo, poi, se ne è vantato. Questo è uno dei grandi errori del centro sinistra: considerare l'avversario politico - nella comunicazione - come qualcuno che va fuori dalla legge, inganna il cittadino. La strategia di insultare l'avversario fino a metterlo in una sorta di processo continuato è il modo migliore per fomentare il vittimismo e farlo al contrario rimanere vincente. <br />La comunicazione del centro destra funziona meglio perchè ha un mandato più identitario, è più positiva, più stratificata, maggiormente codificabile. Tecnicamente usa parole chiave, codici di linguaggio che sono da sempre gli stessi; l'effetto è che alla fine l'ascoltatore si convince. Se l'<span style="font-style:italic;">Italia</span> diventa <span style="font-style:italic;">Forza Italia</span> ha già vinto.<br />Perchè la Lega vince? perchè <span style="font-style:italic;">parla di</span> federalismo. In realtà, a pensarci bene, quale partito non è federalista? Per Costituzione abbiamo le regioni: è qualcosa che già esiste; ma loro ne hanno fatto una bandiera. I messaggi chiari funzionano perchè nella persona media non c'è tanto spazio per la politica. <br />Oggi in Italia le opposizioni non funzionano: il Pd ha mille segretari, ognuno con un tipo di comunicazione diversa che fa sentire la mancanza di un leader. Casini sembra muoversi secondo le semplici logiche del "non verrò mai con te, ma se mi dai ... (x), allora...". Di Pietro propone 15 referendum - magari nobilissimi - in dieci mesi.<br />Con questa scarsa credibilità la diminuzione delle affluenze al voto si fa precipitante, verticale. Ecco perchè la gente si rifugia in cose concrete come le liste civiche: conoscere la faccia di colui che vota (che magari non potrà fare di più per la mia comunità di sistemare il tombino) rassicura. Va avanti chi lo fa con <span style="font-style:italic;">crudezza</span>. La situazione italiana è di facilissima lettura: mancano tutte le figure della comunicazione per far sì che questo tipo di comunicazioni aberranti funzionino. <br />Mestieri legati a ciò sono quello del portavoce e dello spin doctor. Il primo ha il compito di portare il messaggio del leader in modo referenziale, è un elemento di filtro che non necessariamente ha il 100% della responsabilità di quanto enuncia - è sempre possibile codificare male un messaggio. Il secondo, il consigliere strategico, ha la mansione di osservare il panorama e capire come comportarsi nelle successive mosse. Per questo compito è importante studiare in continuazione ed essere in grado di sapersi calare nel vestito degli altri.elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-25306177959027749132010-06-18T06:59:00.000-07:002010-06-18T07:21:48.720-07:00Comunicatori o moderni sofisti?<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbRlFaNIls5GgVtzJOvSboO4SBe1jJnKe3k1kZ83phj1iU-gshzPuI4gVuCwfvj5mZJSWqbrBQ-WE5MFOHHcm-uscWt4L7SINcTWptTMRL4wL2cqSS8EwxLjO7XihZFSqM53VPm8PP1is/s1600/acropoli.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 266px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbRlFaNIls5GgVtzJOvSboO4SBe1jJnKe3k1kZ83phj1iU-gshzPuI4gVuCwfvj5mZJSWqbrBQ-WE5MFOHHcm-uscWt4L7SINcTWptTMRL4wL2cqSS8EwxLjO7XihZFSqM53VPm8PP1is/s400/acropoli.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5484118708412332898" /></a><br />A lezione abbiamo definito "fare i comunicatori" come avere una committenza attraverso cui cercare di raggiungere un risultato.<br /><br />Questa frase ha rievocato nella mia mente ricordi dai contorni sfumati e poco nitidi sulle lezioni di filosofia della terza superiore. Ricordo che mi ero molto innamorata, all'epoca, dei sofisti. Mi avevano colpito. <br /><br />I sofisti erano maestri di virtù che si facevano pagare per i propri insegnamenti. Per questo motivo essi furono aspramente criticati dai loro contemporanei, soprattutto da Socrate (e poi da Platone e Aristotele), e furono chiamati offensivamente «prostituti della cultura». Lo scambio di retorica per denaro, che alla mentalità del tempo appariva "scandaloso", portò a giudicare negativamente questa corrente. I sofisti vennero così bollati come falsi sapienti, interessati al successo e ai soldi, più che alla verità.<br />In realtà la figura del sofista si pone come precursore dell'educatore e dell'insegnante, poiché si guadagnavano da vivere vendendo il proprio sapere, riscuotendo successo soprattutto presso i ceti altolocati. I sofisti furono infatti i primi ad elaborare il concetto occidentale di cultura, intesa non come un insieme di conoscenze specialistiche, ma come metodo di formazione di un individuo nell'ambito di un popolo o di un contesto sociale. Argomento centrale del loro insegnamento è la retorica: mediante il potere persuasivo della parola essi insegnavano la morale, le leggi, le costituzioni politiche; il loro intento era di educare i giovani a diventare cittadini attivi, cioè avvocati o militanti politici, e per essere tali, oltre ad una buona preparazione, bisognava anche essere convincenti e saper padroneggiare le tecniche retoriche.<br /><br />In fondo si possono trovare assonanze tra la professione di comunicatore e quella del sofista classico: attraverso un sapiente uso della retorica è possibile guadagnare compensi. Lo scopo dei sofisti era, in parole povere, impossessarsi di uan tesi e, a seconda del committente, creare argomentazioni pro o contro il centro del discorso. <br />Col senno di poi, ho capito perchè i sofisti mi avevano intrigato sui banchi di scuola: piacerebbe anche a me fare un mestiere del genere, da grande.elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-35878888018403790042010-06-18T06:35:00.000-07:002010-06-18T06:51:40.640-07:00Maria Luisa Busi, comunicare/informare<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7b2RAe80Tan4AO-jHfVCE450nHAtOXKNr0Mr59F0KMXrgQlnejFanREAd7xmjeQGzAs8AWe-Jd_OM_fHjczq_s1OfTiRV7Sz0xtgM-ShvOUo-DdWd-bPHsQuwCdHAuEg-u-znJQF4V2o/s1600/busi.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 333px; height: 260px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg7b2RAe80Tan4AO-jHfVCE450nHAtOXKNr0Mr59F0KMXrgQlnejFanREAd7xmjeQGzAs8AWe-Jd_OM_fHjczq_s1OfTiRV7Sz0xtgM-ShvOUo-DdWd-bPHsQuwCdHAuEg-u-znJQF4V2o/s400/busi.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5484110827826391682" /></a><br /><span style="font-style:italic;">"Si confondono troppo spesso comunicazione e informazione. Se faccio informazione sui precari, non sto facendo politica. Se informo i cittadini sulla crisi economica, faccio giornalismo, non sono un gufo che rema contro le sorti del Paese"</span>.<br /><br />(da Vanity Fair numero 24, del 23 giugno 2010, pag.50)<br /> <br />Maria Luisa Busi, dopo aver scelto di non condurre più il primo telegiornale della tv di Stato italiana, per impossibilità di aderire alla linea editoriale del direttore, continuerà a lavorare per la Rai. Con la sua qualifica di inviato, continuerà a fare quello che ha sempre fatto: proporre servizi per gli <span style="font-style:italic;">Speciali</span>.<br />Da settembre ad oggi, la maggior parte delle sue proposte sono state ignorate. Niente servizi sulla crisi, sui precari della scuola, su Termini Imerese, sul Sulcis, sulle donne costrette ad andare all'estero per fare la fecondazione assistita. E' anche stata bocciata una storia, con una testimonianza fortissima, sull'eutanasia.elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-11324696730063355652010-06-14T03:20:00.000-07:002010-06-17T03:44:54.439-07:00appunti lezione 6, del 21/5/2010Oggi si parla di comunicazione. Occuparsi di "informazione" non equivale ad "essere giornalista". E' difficile accedere perchè la professione sta cambiando rapidamente, come le tecnologie che la supportano. Le tecnologie cambiano il giornalista. <br />Fare i comunicatori può essere oggi lo sbocco lavorativo più efficace che non la professione gironalistica tradizionale. Oggi un giornalista professionista dice che il suo mestiere è diverso dalla comunicazione istituzionale, dalla creazione di agenzie stampa, da scrivere il discorso di una persona importante (...). In realtà non sono però così diversi. Bisogna sempre mettere davanti la professionalità per compensare la corsa delle teconologie. La prima obiezione del giornalista tradizionale è che mentre il comunicatore/l'uomo che fa informazione fa sempre qualcosa per un committente, il giornalista puro porta avanti l'idea che debba rispondere solo al lettore - come in una sorta di giuramento di Ippocrate. Nella realtà dei fatti al gruppo editoriale bisogna sempre rispondere. <br /><br />La vera differenza tra un tipo di mestiere e gli altri sta tra informare e comunicare. L'"informazione" è quella generale offerta di contenuti che non sono di particolare interesse per chi li produce; la "comunicazione" prevede invece un interesse diretto di chi li produce. In sostanza fare i comunicatori significa avere una committenza attraverso cui cercare di raggiungere un risultato. Per esempio, comunicare il bilancio di una società che non ha chiuso in utile mettendo giù il discorso in modo che esalti le parti positive della situazione.<br />L'obiettivo è il medesimo: arrivare con un messaggio. <br />Oggi nell'editoria in Italia lavoreranno 25 persone; per questo bisogna puntare a lavorare in settori simili ma diversi: marketing, comunicazione, organizzazione di eventi... <br /><br /><span style="font-weight:bold;"><span style="font-style:italic;">La comunicazione istituzionale</span><span style="font-weight:bold;"><span style="font-weight:bold;"></span></span></span><br />Riguarda l'identità di una realtà. E' tutto ciò che identifica l'immagine o l'attività per il suo consenso: per esempio il valore sociale - come quello delle pubblicità progresso - è legato alla trasparenza e alla qualità percepita. Va confrontata con la comunicazione di prodotto, che non sempre è esclusivamente privata: anche le realtà politiche hanno un ritorno - magari non in denaro ma in consenso. Per questo spesso si confondono, mancando la percezione dei due livelli, per opportunismo, mancanza di regole e confusione del sistema. <br /><br /><em><strong>La comunicazione pubblica</strong></em><br />Nel caso della comunicazione pubblica la situazione - paradossalmente - si complica; lo scopo sarebbe solo quello di rimanere fedeli ai valori, fornire un servizio senza ottenere un guadagno dalla parte dell'emittente. In questo settore, pur esistendo forme di controllo e verifica, il confronto è possibile ma non sempre è svolto a dovere. Molto spesso, per esempio, la comunicazione politica - volta al raggiungimento di un consenso, quindi ad una forma di guadagno - viene fatta passare per istituzionale.<br />Nel Web esistono buone regole sia per la navigazione che per la creazione di un sito; tra queste la mappa è fondamentale. Nei siti di comunicazione pubblica spesso si presenta come orizziontale perchè vuole portare dappertutto il navigatore. Alla base dei siti di questo tipo c'è la necessità di trasparenza e l'obbligo di essere interattivi. Quelle dei siti stranieri spesso sono più semplici. La struttura del sito del nostro Governo è abbastanza barocca. Nel nostro paese Fini è stato uno dei primi ad aprire un canale istituzionale su Youtube, che all'inizio è stato accolto con grande enfasi, poi è stato lasciato un po'a sè. Adesso di istituzionale c'è veramente poco: è fatto male, il numero di visualizzazioni è imbarazzante, il lancio di questo canale è equivalso al lancio dello stesso dalla finestra. <br />Il sito della Camera è uno di quelli fatti meglio. Diamo uno sguardo a quello di altri paesi europei. <br /><br /><em>Spagnolo: </em> non è troppo bello ma la mappa è logica. Salta i fronzoli e dà le notizie, è come un giornale. E' molto coraggioso: il messaggio è che il governo non ha bisogno dei media poichè è già in grado di fornire le informazioni da sè oltre a garantire la possibilità di interattività. (Che differenza c'è tra fare il giornalista o laovrare per il sito del governo spagnolo? Nessuna; cambia solo la committenza.)<br /><br /><em>Francese</em>: immaginifico, ricco di foto di Sarkozy: il messaggio di questo tipo di comunicazione è invece "io non ti do informazioni, ma emozioni". E' un sito difficile, che va molto visto - nel senso che ci sono tante belle immagini e poco testo. Anche in questo caso lo scrolling è identico a quello di un giornale. Oltre a porsi come un mondo di emozioni, è anche un luogo di interazione diretta con il cittadino. <br /><br /><em>Inglese:</em> il sito dedica una parte anche ai bambini, è molto improntato su un desiderio educativo. Piu' che un sito pubblico anche questo ricorda più un sito di notizie online. <br /><br /><em>Italiano:</em> è molto fisso, chiuso, ci sono tutti i materiali ma non dà la sicurezza del rapporto diretto. Dal punto di vista teorico è perfetto: è istituzionale, freddo ma non c'è possibilità di interazione. <br /><em><br />Americano:</em> è vergognoso nei confronti di tutti gli altri per la quantità di informazioni, di interazione, di idee multimediali, dà l'idea giusta del potere media-cittadino. Alla Casa Bianca ci sono numerosissimi blog; ci sono regie interne che creano sorte di trailer delle attività, che poi le televisioni rubano. Siamo oltre: in 6 minuti c'è tutta la settimana. Non è possibile fare paragoni.elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-80648870207820130742010-06-14T02:30:00.000-07:002010-06-17T02:58:11.554-07:00Repubblica, prima e dopo: cambia la homepage<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiTKp0K3p0dP7ywr77gXY46hAcWJifBO0vwHZrZQWnkJKsKCbwf-dx1weX45IfZGmGv1D1DQ7B7L3XYhyphenhyphenYqlBYyUpmv6YwlJQHUahEOb7Xt13Av_VZjcgh84ekxcH1rpbERZxOFlxnk2k/s1600/prima-e-dopo-la-dieta-thumb2520278.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 300px; height: 290px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiTKp0K3p0dP7ywr77gXY46hAcWJifBO0vwHZrZQWnkJKsKCbwf-dx1weX45IfZGmGv1D1DQ7B7L3XYhyphenhyphenYqlBYyUpmv6YwlJQHUahEOb7Xt13Av_VZjcgh84ekxcH1rpbERZxOFlxnk2k/s400/prima-e-dopo-la-dieta-thumb2520278.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5482569839044332098" /></a><br />Domande:<br />1) Perchè la homepage di Repubblica è cambiata?<br />2) Qual'è il valore aggiunto rispetto a prima?<br />3) Quale filosofia c'è rispetto a Repubblica come cartaceo? <br /><br />Sono questi i tre quesiti posti durante la lezione del 24 aprile.<br /> Innanzitutto bisogna cogliere le differenze prima/dopo. L'aspetto più evidente è che nella homepage di Repubblica è sensibilmente diminuito il numero di notizie nella parte alta della schermata. La ragione è che le prime notizie, quelle che si leggono esattamente sotto il logo, esercitano la stessa funzione della prima pagina di un giornale cartaceo: sono le più lette, sono quelle considerate più importanti. Quando si ha fretta, o per pigrizia, non si sfoglia tutto il giornale o si scende tutta la schermata per leggere fino in fondo: ci si limita a queste prime righe. <br />Ora l'impressione è che le notizie siano più diluite nell'intera schermata, alla sinistra del "boxino morboso" (cit. Ferandi) che contiene quelle notizie frivole e le curiosità più strane che attirano l'attenzione del lettore (paradossalmente, pur trovandosi su un giornale quotidiano di informazione, sono le più cliccate). Forse la presenza di quella colonna a destra con notizie di gossip ha proprio la funzione di ancorare lo sguardo del lettore fino alle parti più basse della homepage. D'altra parte, storicamente, Repubblica nasce dalla grande intuizione di Scalfari di creare un quotidiano che non sostituisse la lettura degli altri ma che, piuttosto, la affiancasse. L'intenzione originaria era quella di dare spazio a quei gruppi di persone scarsamente rappresentati dai media - come donne, membri di sindacati, studenti... - ai quali fornire un prodotto centrato sull'approfondimento: vasto è, da sempre, lo spazio dedicato a notizie di costume, società, trasformazioni, mitizzazioni e via dicendo.<br /><br />Repubblica ha poi cercato di conformarsi alle due colonne pubblicitarie alla destra e alla sinistra del logo, come già da tempo fa il Corriere della Sera; in realtà questa forma pubblicitaria, legata alle forme primordiali di Internet, ha già perso la propria funzionalità, proprio come le pubblicità flash, che sono talmente fastidiose da indurre l'utente a cambiare fonte.elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-48564507859059447752010-05-21T02:01:00.001-07:002010-05-21T02:51:29.056-07:00Dispetti<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEOxV9IcGyJ2h1eRrxsCBXiF5CaPdQIbQ0zG2glO-2S8wc31fYEw0xMOCdDHGHqef8LKf91JxZelAMN2jS4ubZl656ZljNRP84gZJDmNJfefCPqJO4vE0DyMhustnX1aKTFmOgdVuT0zE/s1600/sughi.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEOxV9IcGyJ2h1eRrxsCBXiF5CaPdQIbQ0zG2glO-2S8wc31fYEw0xMOCdDHGHqef8LKf91JxZelAMN2jS4ubZl656ZljNRP84gZJDmNJfefCPqJO4vE0DyMhustnX1aKTFmOgdVuT0zE/s400/sughi.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5473646088972515954" /></a><br />Questo gatto è tutto tranne che minaccioso, <br />in un anno che c'è non lo abbiamo mai visto soffiare<br />(non per niente si chiama Sugaman)<br />MA<br />ieri sera voleva togliere gli occhi a Bice, la nuova cucciola di cane. <br />Qualche consiglio per non farlo essere geloso?elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-61649752027261366332010-05-21T01:55:00.001-07:002010-05-21T01:59:46.540-07:00trovata!!!!<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVegbiw76rMEo0wPDIfHFDPvKKbloAFJGkKWzHL8G61iH4Iq34qGoFVgrdyYR1sQV4BzGxvKHP6Xd1m5itznZ4dHj5OziqVbzdz_u_oad9t49PMBInVKJRyr0hlOiA4Qjb2w_wVvoPXcU/s1600/bice.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVegbiw76rMEo0wPDIfHFDPvKKbloAFJGkKWzHL8G61iH4Iq34qGoFVgrdyYR1sQV4BzGxvKHP6Xd1m5itznZ4dHj5OziqVbzdz_u_oad9t49PMBInVKJRyr0hlOiA4Qjb2w_wVvoPXcU/s400/bice.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5473645250901034834" /></a><br />Bice is your friend!<br />Jack Russell di 2 mesi. <br />E' più bassa di una All Star, saltella dappertutto, non ha un baricentro e invece di abbaiare pigola. E' molto buffa.elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-2345868855234535992010-05-17T08:25:00.000-07:002010-06-17T03:47:20.485-07:00Appunti lezione 1 (fake)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOOEYY6wrgP18QwA8H0jrj7FoPLAw9IA-DN8NjNRvXBjGK4iCL1CLY6ZkBTt9QsGO3mqX5W9bzTLY9J5JbmPY4-CsHe6qH_ORv70qr6CUa6EF6qvKdKHDaMBExFIREBIFJkx7BfEdBkW8/s1600/parigi.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOOEYY6wrgP18QwA8H0jrj7FoPLAw9IA-DN8NjNRvXBjGK4iCL1CLY6ZkBTt9QsGO3mqX5W9bzTLY9J5JbmPY4-CsHe6qH_ORv70qr6CUa6EF6qvKdKHDaMBExFIREBIFJkx7BfEdBkW8/s320/parigi.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5472275486011166354" /></a><br />Titoli alternativi: "Delle ragioni per cui mancavo alla prima lezione" o "Come andare a Parigi nel bel mezzo dei lavori di restauro in casa e non riuscire a tornare" o "Quel maledetto vulcano islandese" (...)<br /><br />"2 biglietti andata e ritorno per 5 giorni a Parigi", questo è stato uno dei miei regali di laurea. <br />Quel venerdì, il 16 aprile, mi trovavo nella meravigliosa capitale francese con il mio fidanzato - quello carino che a lezione si siede sempre vicino a me. Alle 11 di mattina ci trovavamo con le valige chiuse con il lucchetto, i voucher con check in online già completato, i cuscini a U dell'Ikea per dormire in aereo sottobraccio: eravamo perfettamente pronti per il rientro in Italia. Ci dirigiamo a Porte Maillot, da dove parte il pullmann che ci porterà all'aeroporto Paris Beauvais (quello da cui partono i voli low cost) quando notiamo sotto alla pensilina una folla di gente. "Oh no", pensiamo. Quando avevamo letto del vulcano dall'albergo non ci credevamo che anche il nostro volo avrebbe subito delle modifiche: sono quelle calamità naturali che non pensi si abbatteranno proprio su di te, che prendi l'aereo due volte all'anno, quando va bene. Dopo un'attesa di un'ora e mezza il rappresentante dell'aeroporto, venuto a Porte Maillot per informarci sul nostro destino, ci comunica che tutti i voli sono stati cancellati. (Che poi, proprio non capisco perchè ho studiato per così tanti anni il Francese, sono anche convinta di parlarlo bene e fluentemente però a Parigi mi rispondono sempre tutti in Inglese. E'una questione di principio: ti parlo in Francese, rispondimi in Francese). Ritorniamo all'albergo, che fortunatamente ha ancora qualche camera disponibile. Da lì comincia l'epopea di ricerca di informazioni su come tornare in patria. Ecco, in ordine cronologico, le strade che abbiamo provato:<br /><br />a) Prenotare un nuovo volo telefonando a Ryanair Francia. Ryanair non prevede però questo servizio, se no perchè costerebbe così poco? Tutte le procedure sono da svolgersi online. <br />b) Ci connettiamo dunque al sito di Ryanair per cancellare la nostra prenotazione e acquistare nuovi biglietti; la procedura tuttavia non è applicabile perchè abbiamo già effettuato il check-in online. L'unica via è telefonare a Ryanair in Inghilterra per disdire il volo ed avere diritto al rimborso.<br />c) Telefono a Ryanair in Inghilterra dal telefono dell'albergo (10 euro): la signorina ci prenota un nuovo volo per domenica.<br /><br />Ci sentiamo già meglio: andiamo a Les Halles e pensiamo che, in fondo, non è certo colpa nostra se siamo bloccati nella città più romantica del mondo per altri 2 giorni. C'è anche il sole. Ma il sole c'è finchè non arriva sabato e scopriamo che la nube è molto pericolosa e che bloccherà i cieli europei per almeno altre 24 ore. Rischiamo o cerchiamo un modo per tornare via terra?<br /><br />d) Ci imbattiamo, in una delle nostre passeggiate, in un bureau che offre informazioni sui treni. Fila di 90 minuti per sentirci dire che il primo treno utile parte domenica sera, dobbiamo dormire una notte a Ginevra per ripartire lunedì mattina per Milano. Prezzo : 180 euro. Dobbiamo decidere in fretta: i biglietti vanno a ruba, le stazioni non li vendono ed è già tutto prenotato fino a domenica sera. Diciamo No (io uscita dal bureau mi metto anche a piangere cinque minuti).<br />e) Andiamo dall'altra parte di Parigi, dove c'è Eurotrans, la stazione da cui partono i pullmann per le tratte internazionali. Saltiamo la fila perchè fingiamo di conoscere due italiani: diventiamo amici nei restanti 30 minuti di fila. Il primo pullmann per l'Italia è giovedì e va a Roma. No, non ci si può fermare prima, le tratte sono prestabilite. I due nuovi amici dicono che vicino a loro c'è un Avis, che noleggia le auto<br />f)Noleggiamo una Panda e ci diamo appuntamento per partire la domenica mattina. 10 ore e siamo a casa.<br /><br />Abbiamo fatto bene a non aspettare che ci dessero un altro volo: Beauvais ha aperto solo il venerdì successivo.elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-70137203567597874902010-05-17T06:34:00.000-07:002010-05-17T06:47:04.807-07:00AAA cercasi cucciolo<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggtRTCvSY4PCEUvq1GrR3WR5YtGPNh-UGmf9OOqvLzHLTaK9xsp9ArLJsRohiR5GFdvE6KpTK95ZqoW6Q4bAc8_Y4hER-Xu6i-OGFaGL4DO4dEFKnV1H_pyPMVsOrplvIMqN3tEoEX-5w/s1600/cucciolo_cane-300x188.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 300px; height: 188px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggtRTCvSY4PCEUvq1GrR3WR5YtGPNh-UGmf9OOqvLzHLTaK9xsp9ArLJsRohiR5GFdvE6KpTK95ZqoW6Q4bAc8_Y4hER-Xu6i-OGFaGL4DO4dEFKnV1H_pyPMVsOrplvIMqN3tEoEX-5w/s320/cucciolo_cane-300x188.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5472233049827108626" /></a><br />Cerco un cucciolo di cane di qualunque razza - o non razza. Visto che non ho ancora ben chiara la funzione di questo blog, nel senso che niente e tutto è pertinente, ci provo anche qui. Qualcuno può aiutarmi?elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-57632147211527304932010-05-17T01:22:00.000-07:002010-06-17T03:48:04.019-07:00Lezione 4, del 7/5/2010 - Special guest: Prof. FerrandiAnche questa lezione è partita dall'osservazione di siti e blog per vedere come si sviluppa "l'online" rispetto ai giornali di carta in relazione alle elezioni inglesi, che hanno chiuso i seggi proprio la sera prima della nostra lezione. <br />Il problema è: dal momento che le redazioni dei giornali chiudono verso le undici di sera, cioè nel momento in cui ancora non si sa nulla dei risultati elettorali, come presentare la notizia? <br />Le possibilità sono fondamentalmente due: da un lato si possono fare delle ipotesi; dall'altro si può cercare di fare titoli talmente generali che, oltre a non dire niente, ripetono qualcosa che il lettore già conosce. Rischiare di dare una notizia sbagliata o non dire niente? Abbiamo guardato quindi le scelte di alcuni giornali: <br />New York Herald Tribune (che in realtà contiene gli articoli scritti nel pomeriggio dal New York Times) propone un titolo che non vuole dire nulla. Da un lato forse ha fatto una scelta giusta perchè i risultati - col senno di poi - sono stati abbastanza diversi da ciò che ci si aspettava. Secondo le stime, infatti, i Labour avrebbero dovuto perdere molto ed hanno invece perso poco, lasciando ai Conservatives una vittoria zoppa; il terzo partito - quello dei liberal democratici, che ci si aspettava ricevesse molti voti - ne ha ottenuti pochissimi, stravolgendo quindi ogni previsione. Il Corriere della sera ha dato infatti una dichiarazione sbagliata, che è stata smentita dai fatti, proponendo la sconfitta di Brown come molto più grave rispetto a quanto non sia effettivamente stata. Questo è il problema dei giornali di carta: in simili occasioni si trovano in un blackout informativo, mentre ci sono siti all news che lavorano 24 ore al giorno e sono in grado di dare le notizie in tempo reale. Certo anche i siti all news hanno un problema con le notizie: data la tempestività di pubblicazione non c'è sempre tempo di verificare la veridicità di quanto si afferma (è il caso dei numerosi falsi allarmi di attentati dopo quello di Times Square). Il titolo esatto l'ha fatto Repubblica, che ha scritto "Nessuno ha la maggioranza". <br />Repubblica ha cercato di usare l'online in modo cereativo, per esempio ha aperto una parte locale per cercare di migliorare il suo appeal nei piccoli centri, come a Parma. Finegil (che, tra l'altro ha anche la Gazzetta di Modena per cui io scrivo) ha aperto tante redazioni di giornali locali, in cui queste, però,, per andare avanti hanno un personale ridotto all'osso; Repubblica ha fatto una scelta più creativa. <br />Un caso molto interessante di fotogiornalismo online si trova all'indirizzo www.boston.com, in cui viene preso solo materiale proveniente da agenzie stampa e solo fotografie caricate ad alta definizione. Raccontando le notizie per immagini il sito ha avuto un enorme successo, anche se l'idea è talmente semplce che la potrebbe realizzare chiunque. <br />I blog più importanti: al primo posto c'è il Post, un news aggregator che ha ottenuto così tanto successo da volerlo tradurre anche in Italiano - le cose iniziano forse a cambiare anche da noi. Secondariamente c'è quello di Andrew Sullivan, importante giornalista americano, che gestisce un blog in collaborazione con il mensile Atlantic. Essendo quest'ultimo in crisi ha deciso di reinventarsi proprio con un sito che vantasse molti editoriali importanti nella parte del blog.elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-89247708315130412492010-05-17T01:07:00.000-07:002010-05-17T06:46:11.034-07:00Autopromozione<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyPfNDVf7QQZ9cSGYYoGFawn61-M5eH8OeVautV-cW4BTu1xg11R7RYjsTD43hAAhfMw5hyphenhyphenij1ZzcFeLYzYa6pFQ7FAE81UMyj6-wL0C40jwUpLbebctxU0RObylSfMXh9KC-aXvAjpH0/s1600/gazzetta_logo(1).gif"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 65px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyPfNDVf7QQZ9cSGYYoGFawn61-M5eH8OeVautV-cW4BTu1xg11R7RYjsTD43hAAhfMw5hyphenhyphenij1ZzcFeLYzYa6pFQ7FAE81UMyj6-wL0C40jwUpLbebctxU0RObylSfMXh9KC-aXvAjpH0/s320/gazzetta_logo(1).gif" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5472234771789189762" /></a><br />Ho deciso di pubblicare qualche link del mio "lavoro" alla Gazzetta come giustificazione al fatto che non sto scrivendo sul blog...<br />Tra studiare, venire a Parma per qualche lezione e scrivere mi sono completamente scordata del blog. Rimedierò. Intanto ecco alcuni dei miei articoli: <br /><strong>Croce Rossa</strong><br />href="http://ricerca.gelocal.it/gazzettadimodena/archivio/gazzettadimodena/2010/05/07/DCNPO_DCN01.html"><br /><br /><strong>Giovedì gastronomici</strong><br />http://ricerca.gelocal.it/gazzettadimodena/archivio/gazzettadimodena/2010/05/05/DX1PO_DX103.html<br /><br /><strong>Intervista - Giovedì gastronomici</strong><br />http://ricerca.gelocal.it/gazzettadimodena/archivio/gazzettadimodena/2010/05/06/DX1PO_DX103.html<br /><br /><strong>Lapam e sicurezza</strong><br />http://ricerca.gelocal.it/gazzettadimodena/archivio/gazzettadimodena/2010/05/12/DC2PO_DC203.html<br /><br /><strong>118</strong><br />http://ricerca.gelocal.it/gazzettadimodena/archivio/gazzettadimodena/2010/03/25/DC5PO_DC501.htmlelisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-74039381856102538382010-04-28T09:26:00.000-07:002010-06-17T03:48:23.826-07:00Appunti lezione 2, del 23/4/2010L'argomento da cui è partita la discussione sono le differenze tra il giornalismo tradizionale e quello digitale. Dalla nuova era dei giornali online, infatti, anche il cartaceo ha subito una contaminazione: non esiste più un sistema di impaginazione che non preveda una parte elettronica, nè una distribuzione senza controlli governati dal digitale; la qualità delle immagini migliora anche sui giornali tradizionali e via dicendo.<br /><br />Ma quali sono gli aspetti negativi del giornalismo online?<br />Dal dibattito sono emerse tre principali questioni: <br /><br />1) Ci sono troppe notizie.<br />In realtà si tratta di un mito da sfatare: le notizie sono tante, ma tutte replicate. Questo è dimostrabile semplicemente confrontando i lanci delle diverse testate attraverso Google News. Non compaiono particolari differenze di contenuti tra Ansa e altre tre agenzie di stampa, di cui una internazionale. <br />La difficoltà sta piuttosto nel selezionare il modo in cui preferiamo avere questa notizia: ad esempio per mezzo della carta stampata, degli sms o dei giornali online. <br /><br />2) Forse le notizie che si trovano online non sono vere.<br />In fondo, però, siamo noi ad essere chiamati alla verifica: sul Web il vero "controllore" delle notizie è l'utente. Un tempo il giornalista del quotidiano, dal suo desk, ri-impastava le agenzie, aggiungendo conoscenze che potevano provenire dalle enciclopedie (così avrebbe fatto per scrivere del vulcano senza andare in Islanda). Ma chi ci assicura che l'articolo "vecchia scuola" scritto in questo modo non fosse pieno di bufale da parte del giornalista, conscio che il lettore non possedesse nozioni specifiche di geotermia?<br /><br />3) E' più difficile arrivare alle fonti.<br />Anche le fonti a cui affidarci, in fondo, le decidiamo noi utenti: Google o Wikipedia, per esempio, sono così popolari perchè noi scegliamo proprio quelle. La persona che effettivamente vuole approfondire un argomento legge tutto.<br /><br />Da qui il discorso è passato al piano della qualità che si incrocia con la velocità e della differente modalità di scrittura rispetto al passato. Grazie al continuo aggiornamento delle notizie, infatti, anche la carta stampata è cambiata. I giornali sono più ricchi di infografica, flash, approfondimenti... Ma spesso per i giornali tradizionali diventa difficile proporre titoli seducenti, dal momento che molti lettori hanno già appreso le notizie online. Aspettare la mattina per leggere e comprendere meglio quanto accaduto la sera precedente non è più necessario. Non solo: si è già visto, detto e commentato tutto anche attraverso social networks, communities, blog...<br /><br />Tutti sono giornalisti, tutti possono scrivere grazie alla gratuità e alla possibilità di selezione delle notizie. Per poter dire qualcosa pubblicamente prima era necessario torvare un editore, uno spazio... Adesso si può fare tutto ciò semplicemente per mezzo di uno spazio sulla rete. Lo spazio di libertà diventa uno spazio di possibilità.<br /><br />Altro quesito: come si scrive su Internet?<br />Fondamentale è la capacità di usare la sintesi; poi si possono fare aggiornamenti anche lunghissimi (ecco come si sviluppa una mentalità multitasking).<br />Chi scirve sul cartaceo ha limiti di spazio/tempo. Sul Web la preoccupazione è la velocità rispetto ai competitors. La notizia, però, si è trasformata di questo passo sempre più in un sommario di eventi cadenzati dalle agenzie. La procedura di pubblicazione somiglia sempre più ad una corsa contro il tempo: prenderla, leggerla, metterla sul sito e cercare di rielaborarla un minimo. <br />Ma quanto la si rielabora? Abbiamo confrontato i lanci di Repubblica e del sito del Pdl e sono effettivamente uguali: si tratta copia e incolla delle agenzie stampa. <br />Ecco quindi che emerge il rischio della sintesi: che la sintesi non ci sia nemmeno. Spesso ci si astiene dallo scrivere, si riversano senza filtro le agenzie sul mercato.<br />In questo modo, però, è facile accorgersi di come io disponga delle stesse agenzie del giornalista alla scrivania di Repubblica: tanto le notizie non le riscrive. <br />In conclusione scrivere su Internet è un videogioco di velocità. Non esiste un vero modo di scrivere su Internet, il più delle volte è condizionato dalla frenesia e dalla tempestività.<br /><br />Morirà prima il giornale online o l'agenzia stampa online?<br />Nessuno: probabilmente convergeranno e poi saranno gli utenti a stabilire chi sarà il più letto.elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3297091221604637204.post-18751767077768889862010-04-27T06:49:00.000-07:002010-05-17T06:34:24.538-07:00The dark side of GoogleVenerdì scorso abbiamo accennato al fatto che <em>siamo noi utenti </em>a scegliere, come principali fonti delle nostre ricerche in rete, strumenti come Google o Wikipedia, quasi come un automatismo.<br /><br />A questo proposito mi è venuto in mente un libro - scaricabile gratuitamente da questo link per favorire la libera circolazione delle conoscenze <a href="http://www.autistici.org/bakunin/books/google.pdf">http://www.autistici.org/bakunin/books/google.pdf</a> - che, già dal titolo, <em>"The dark side of Google",</em> la dice lunga sulla sua filosofia.<br />Come viene detto nella stessa introduzione del testo,<br /><br /> "<em>Google è il motore di ricerca più noto ed utilizzato dell'era di Internet, tanto da essersi affermato negli ultimi anni come principale punto d'accesso alla rete. L'abitudine al suo utilizzo si è trasformata in comportamento: se non lo sai chiedilo a Google. Si ricorre a Google anche quando si potrebbe attaccare un post-it al frigorifero, consultare l'agenda, guardare le PagineGialle, o consultare la collezione di Garzantine che si impolvera sugli scaffali</em>. "<br /><br />Questo libro potrebbe essere interessante per chi, come me, si è mai chiesto per quale motivo le ricerche dal proprio computer, quello cioè che si usa per la maggior parte delle proprie interrogazioni a Google, diano spesso risultati "migliori" rispetto a quelle compiute da un'altra postazione di ricerca.<br />In parole più semplici: "perchè, se faccio una ricerca dal mio computer, tra i primi risultati è più facile che io trovi quello che cercavo mentre se compio la stessa ricerca, inserendo le stesse parole, dal computer dell'università i risultati non sono altrettanto soddisfacenti?"<br />Molto spesso noi utenti, disorientati dalla ridondanza dei dati in rete, ci affidiamo a Google senza domandarci quali siano i criteri di selezione delle sue risposte, nè ammettendo la possibilità di alternative, anche rispetto all'ordine di importanza.<br /><br />Il quesito di fondo diventa: in base a quali criteri operano i filtri di Page Rank, cioè quell'algoritmo che ordina senza sosta i risultati delle intrerrogazioni degli utenti?<br />Ma specialmente: perchè Google offre questo servizio gratuitamente? E fino a che punto i dati che inseriamo nelle nostre ricerche sono importanti, hanno un valore?<br /><br />Consiglio la lettura di questo libro non solo per la curiosità che può suscitare il tema, ma anche per approfondire la consapevolezza di quello che facciamo ogni giorno da "ricercatori". Il testo è semplice e chiaro anche per chi, come me, non ha una grande preparazione teorica in materia.elisahttp://www.blogger.com/profile/16327439319062779438noreply@blogger.com2